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I Blanc de Noirs in Inverno

Le temperature evolvono verso i numeri piccoli e le giornate si accorciano. Dopo questo week-end saremo oltre la data cerniera di inizio dicembre che coincide con il count down verso Natale. Il calendario dell’Avvento, il fuoco nel camino… 
Il freddo ci obbliga a indossare maglioni e cappotti, ci invoglia a preferire un piatto caldo a una fresca insalata, ad assaporare bevande aromatiche e complesse, in breve più strutturate che in Estate sulla spiaggia al tramonto.

I Blanc de Noirs:

I Blanc de Noirs in Champagne sono le Cuvées elaborate esclusivamente con le uve nere a polpa incolore, il Pinot Noir o il Meunier o entrambi, in assemblaggi a percentuali variabili caratterizzati dalla potenza del primo e/o dal fruttato del secondo.

Il Pinot Noir rappresenta il 38% del vigneto in appellazione Champagne e il Meunier il 33%. Il primo domina sui pendii della Montagne de Reims e il secondo nella Vallée de la Marne e entrambi sono ben presenti nella Côte des Bar. I vitigni entrano in simbiosi con il terroir e ne assorbono l'essenza, in maniera più o meno marcata. Vitigno nobile il primo, è il più diffuso nei villaggi Grands Crus e Premiers Crus. I suoi aromi complessi e fruttati apportano corpo e lunghezza al palato.
Nei Grands Crus, da Verzenay a Mailly, la sua potenza domina e stempera la mineralità data dal gesso, come ce lo dimostra il Millésime 2012 Extra Brut Grand Cru di Hervy-Quenardel con un naso intenso e appetitoso. Nei terreni argillo calcarei il Pinot Noir è minerale e rotondo, nella Côte de Bar eccolo rotondo e fruttato, caratteristiche che possiamo ritrovare nella Cuvée Noir Intégral Extra Brut di Jean Larrey

Il Meunier, il rustico mugnaio, dalle caratteristiche foglie spolverate di farina, grande lavoratore, resistente e tenace, apporta al vino freschezza e rotondità. Dalle note di frutta cotta e fiori bianchi del terroir argilloso lungo la Marna passiamo alla frutta fresca croccante del terroir sabbioso del Massif di Saint-Thierry.

l loro bouquet aromatici evolvono nel corso degli anni, dall’adolescenza con, tra tanti altri, per il Meunier lampone e mela e per il Pinot Noir fragola e ciliegia, alla maturità con sottobosco e confettura e a fine corsa affumicato e noci, per il primo, a fichi e gelsomino culminando al cuoio e tartufo per il secondo. Ben si prestano entrambi al “batonnage” o al passaggio nei fusti di legno che apportano ai 2 “muscolosi” leggerezza, untuosità e cremosità.

Il Millésime 2012 Grand Cru di Hervy-Quenardel ne è un perfetto esempio. Le vigne di Pinot Noir di Hervy-Quenardel sono esposte verso Nord, il che permette una lunga e lenta maturazione, che farà poi la grandezza del vino. Importante è infatti di vendemmiare a perfetta maturità, a perfetto equilibrio tra acidità e zucchero. Durante la vendemmia vengono effettuati ogni giono tra i 3 e 4 “pressurage” e unicamente i migliori sono stati scelti per questo Millésime. Il mosto è stato poi messo per il 60% nei barrique e 40% nelle cuve inox. Il 50% di entrambi sarà poi senza malolattica per mantenere la ricchezza aromatica e la freschezza. Per l’altro 50% la malolattica sarà fatta rispettivamente nei barrique e in cuve inox.

Importante ricordare che i barrique sono del Bordelais e già utilizzati per i vini di Bordeaux da una decina d’anni. In Champagne non si ricerca il boisé, ma l’ossigenazione che rende il vino più rotondo e pronto per un lungo invecchiamento. Ecco perché i barrique sono “usati” e soprattutto non nuovi.

Il 60% di Pinot Noir elaborato nei barrique rimarrà per 6 mesi, dalla vendemmia a Marzo, e avrà il batonnage 3 volte: il batonnage permette di dare rotondità e aerare il vino, a favorire il legame tra il vino e il barrique, a dare al vino una buona potenzialità di invecchiamento.

La decisione del batonnage è fatta alla degustazione : se si degusta e il vino è troppo presente si fa il batonnage. La durata di elevage in barrique permette di mettere in evidenza la finezza dello Champagne e stabilizza il vino in modo naturale. La sboccatura e il dosage in Extra Brut sono poi effettuati 9 mesi prima della commercializzazione, per permettere al vino di ritrovare il perfetto equilibrio.

Stupefacenti di potenza, mineralità, leggerezza nella complessità, Millésimes e non, accompagnano con nobiltà i nostri piatti invernali più complessi, a riprova, se ce ne fosse ancora bisogno, che lo Champagne è un vino, il Re dei vini, e che le cene a Champagne: so chic!

Cin cin et à votre santé !

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