Come si degusta lo Champagne?
Quando si tratta di degustare vini di Champagne, tutti sono liberi di adottare il metodo di analisi che preferiscono. Ma per coloro che desiderano apprezzare lo Champagne con maggiore sfumatura e finezza di analisi, ci sono alcune regole da seguire.
Lo Champagne è più difficile da analizzare rispetto a qualsiasi altro vino. Perché? Innanzitutto, perché è un vino effervescente e l'anidride carbonica può perturbare considerevolmente l'analisi gustativa. La maggiore differenza tra la degustazione dei vini tranquilli e quella dei vini effervescenti è ovviamente la presenza del gas carbonico.
La sua influenza sulla nostra esperienza gustativa e sensoriale è notevole. Infatti, la degustazione dei vini effervescenti è ritmata dalla portata dell’effervescenza o meglio dello sgasamento che, se è troppo forte, rischierà di perturbare la nostra valutazione gustativa.
Il comportamento delle bollicine e l'aspetto della schiuma in una flûte possono influenzare il nostro giudizio. A seconda dell'intensità dell’effervescenza, l'espressione aromatica e la sua intensità sono diverse. Un'effervescenza sostenuta suggerisce freschezza, mentre un’effervescenza più debole suggerisce una ricchezza di frutti di bosco o la maturità di frutta cotta.
In una degustazione di Champagne, l'effervescenza influenza la maggior parte delle sensazioni. L'anidride carbonica riduce l'impressione di grassi e zuccheri. Schiaccia la sensazione di morbidezza. Al contrario, l'effervescenza tende a rafforzare le sensazioni di salinità e amarezza. Ma non è tutto!
La liberazione di CO2 dipende anche dalla qualità e dalla forma dei bicchieri utilizzati.
Affinché la bollicina nasca e generi catenelle regolari, è necessario che il bicchiere abbia qualche rugosità o asperità. In una flûte dalle pareti troppo lisce (brillantante), l'effervescenza viene improvvisamente e brutalmente rilasciata al palato. Al contrario, un bicchiere contenente troppe rugosità, bicchiere di plastica, genera molta effervescenza e una bollicina grossa, sgasando il vino anzitempo.
L'ideale è quindi di servire lo Champagne in una flûte lavata a mano e se possibile di cristallo.
Ultimo punto: il freddo comprime il gas. Di conseguenza, se lo Champagne viene degustato troppo freddo, non sarà molto effervescente nel bicchiere e rilascerà la sua anidride carbonica nella cavità orale, il che può essere spiacevole. Al contrario, a temperatura ambiente, si sgasa nella flûte e diventa rapidamente piatto al palato.
Lo Champagne è quindi, come diciamo sempre, un vino tattile!