Assemblaggio tradizionale
L’Assemblage traditionnel, come lo indica il nome stesso, è la tecnica di elaborazione più praticata in Champagne.
Le Cuvées in assemblaggio tradizionale sono elaborate con i tre vitigni della Champagne: Chardonnay, Pinot Noir e Meunier o con due vitigni, uno dei quali deve essere lo Chardonnay.
Le percentuali dei tre vitigni nella Cuvée possono variare in funzione delle scelte del Vigneron e possono essere rimesse in discussione ogni anno, ad ogni vendemmia, al fine di preservare l'eccellenza.
L’assemblaggio tradizionale più tipico è quello fatto con la stessa percentuale dei tre vitigni, di anni diversi o dello stesso anno (Millésime). Quando la vendemmia è eccellente, il Vigneron può valorizzarla elaborando una Cuvée che esalterà tutti e tre i vitigni.
Gli assemblaggi non tradizionali:
Gli assemblaggi non tradizionali sono i Blanc de Blancs, degli Champagne esclusivamente elaborati con monovitigno Chardonnay, e i Blanc de Noirs, Cuvées elaborate unicamente con i soli vitigni neri, Pinot Noir o Meunier o entrambi.
Un po’ di storia:
È grazie ai Romani che la vite è apparsa in Champagne. Grandi appassionati di vino, i Romani erano esperti della coltura del vigneto. In Champagne, seppero individuare i versanti più favorevoli, scegliere i suoli ben drenati e i terreni esposti al sole, e selezionare i vitigni più resistenti al rigore del clima.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, furono i monasteri a ripiantare le viti e, da quel momento, i monaci si dedicarono allo studio pratico di questa bevanda le cui qualità effervescenti le valsero a lungo il soprannome di "vino del diavolo".
Nel 1670 è Dom Perignon, monaco dell'Abbazia di Hautvillers, il primo a praticare l’assemblaggio, oggi chiamato “tradizionale”, assemblando una combinazione di uve diverse prima della pressatura. Per fare questo, il monaco utilizzava l'uva raccolta dai vigneti circostanti. In effetti, a quel tempo, i viticoltori erano obbligati a fornire parte del loro raccolto al monastero, a pagamento della decima (vecchia tassa sui raccolti riscossa dalla Chiesa e abolita nel 1789, con la Rivoluzione Francese), il che rese il compito di Dom Pérignon molto più semplice.
Dom Perignon lavorò molto sui vari uvaggi per migliorare la qualità e l’equilibrio dei vini, riducendone i difetti. Il suo obiettivo era quello di creare il gusto più eccelso possibile.
La ricerca dell’eccellenza:
L'assemblaggio di uve provenienti da diversi vitigni consente ai vini di Champagne di essere contrassegnati da contrasti e complementarità.
Il Pinot Noir apporta aromi di frutti di bosco, corpo e potenza mentre il Meunier rotondità e aromi fruttati. Lo Chardonnay è il vitigno della finezza e dell’eleganza con note floreali e minerali e la sua lenta evoluzione lo rende un elemento ideale per l'invecchiamento dei vini.
Le qualità aromatiche dei vini variano inoltre a seconda dei terroirs da cui provengono, “portano il terroir”: la Montagne de Reims, la Vallée de la Marne, la Côte des Blancs e la Côte des Bar.
Dulcis in fundo: l’elaborazione del Vigneron. La sua esperienza e il suo palato guida la sua creatività alla ricerca continua dell'eccellenza.
I tre vitigni utilizzati per elaborare la Cuvée, come i solisti in un'orchestra, hanno tutti un ruolo nella partitura, ma il Vigneron, è lui il direttore d'orchestra!